La Fondazione Tercas porta l'Opera nella Cattedrale

TERAMO – “La cultura deve diventare il vero motore del territorio”. Con questa parole il presidente della Fondazione Tercas Mario Nuzzo ha presentato la nuova fase di “Fondazioni all’opera”, la manifestazione, che quest’anno compie 15 anni e che si presenta con un doppio appuntamento. Come sempre, si rinnova la collaborazione con gli Enti che partecipano all’iniziativa, dalla Primo Riccitelli, al Braga, ai Comuni di Teramo ed Atri. La particolarità di quest’anno però consiste sia nella formula, ossia la messa in scena di due grandi opere, sia nelle location degli spettacoli. La stagione lirica teramana verrà infatti inaugurata sabato 12 aprile con “Il Mosè in Egitto” di Gioacchino Rossini che si terrà alle 21 nella Cattedrale di Teramo e domenica 21 aprile nella Cattedrale di Atri. “Ringrazio moltissimo il Vescovo, Monsignor Michele Seccia non solo per averci concesso questi splendidi “palcoscenici” ma anche per aver condiviso il progetto”, ha aggiunto Nuzzo.  Il secondo appuntamento, anche questo di grande valore culturale, è con la Manon Lescaut di Giacomo Puccini, che verrà rappresentata a Teramo, Atri, Fermo tra i mesi di ottobre e novembre 2012. “Mi sarebbe piaciuto – ha detto il sindaco Maurizio Brucchi – ospitare la rappresentazione all’interno del nuovo teatro comunale, ma, purtroppo, tutti sanno come sono andate le cose e che abbiamo dovuto rinunciare per il momento al progetto. Ma noi non ce ne stiamo con le mani in mano e stiamo collaborando anche con la Fondazione Tercas per trovare delle soluzioni condivise anche con il territorio”. Nuzzo ha anche annunciato un importante progetto a livello nazionale che vedrà come protagonista la Fondazione Tercas. “Stiamo lavorando – ha annunciato – ad un interessante progetto che coinvolge anche la nostra provincia, che prevede la collaborazione di diversi Enti sul territorio per programmare azioni culturali di grande livello e per fare in modo che l’industria culturale diventi il vero motore della crescita del territorio”. “Il Mosè in Egitto” avrà la direzione musicale di Massimiliano Stefanelli e la regia di gipeto. Tra gli interpreti, oltre al basso Simone Alaimo, al quale  è affidato il ruolo principale di Mosè, il tenore Cataldo Caputo nel ruolo di Osiride, i soprano Romina Casucci e Ekaterina Gaydanskaya nei ruoli di Elcia ed Amaltea, il basso-baritono Giuseppe Esposito nel ruolo di Faraone e il tenore Angelo Villari in quello di  Aronne. “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini  sarà   diretta da Massimiliano Stefanelli  con la regia di Aldo Taraballa. La soprano  Raffaella Angeletti  sarà Manon Lescaut ,  il tenore  Leonardo Caimi sarà Renato De Grieux , il baritono  Corrado Carmelo Caruso sarà Lescaut fratello di Manon,  il  basso Carlo Di Cristoforo sarà Geronte di Ravoire, il tenore Cataldo Caputo sarà Edmondo.  Suonerà l’Orchestra Sinfonica Abruzzese in collaborazione con Istituto Superiore di Studi Musicali G. Braga di Teramo. Il Coro sarà quello  di “Fondazioni all’Opera” diretto dal Maestro Paolo Speca.

L’assessore Di Dalmazio plaude, ma «meglio ridurre i costi per la lirica che tagliare altrove». «Va salutata con soddisfazione e apprezzamento la riproposizione del progetto lirica della Fondazione Tercas, evento di assoluto pregio – è il parere dell’assessore regionale alla cultura, Mauro Di Dalmazio -. Altrettanto opportuno è, peraltro, che i costi per l’imponente progetto non vadano a discapito delle realtà culturali del territorio che, in un momento di generale e drammatica crisi finanziaria degli enti locali e della Regione, proprio sul sostegno della Fondazione confidano per poter continuare nella loro attività di produzione e di offerta che alimenta da sempre il ricco tessuto culturale di questa provincia». In un momento di oggettiva difficoltà per le attività culturali è fondamentale, secondo Di Dalmazio, «mantenere vivi gli entusiasmi, gli slanci, le prospettive, le passioni e le energie di tutti coloro che a vario titolo propongono progetti  validi, meritori  e non autoreferenziali e va, pertanto, assolutamente scongiurato il rischio che mancati aumenti – o addirittura riduzioni – dei finanziamenti. Se, come sembra, si dovesse manifestare la necessità di operare dei tagli, è auspicabile quindi che gli stessi non gravino sui progetti culturali e che vengano invece contenute le spese per il progetto lirica. Alcune migliaia di euro tagliati ad una associazione che con fatica cerca di quadrare il cerchio o il mancato finanziamento di nuovi progetti meritevoli rischierebbero di aggravare le già esistenti difficoltà di tantissime realtà culturali, mentre un contenimento delle spese (molto ingenti) della lirica non inficerebbe la continuità ed il pregio del progetto e sarebbe sufficiente per dare risposte a molte, se non tutte, le esigenze del territorio».